Quando l’AI Scrive Come gli Antichi Babilonesi

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“La finestra esplose in geometrie che tentarono la quarta dimensione. Pensiero inutile: così si sentono i tempi accadici.”

O di come una frase buttata là ci spiega tutto sulla scrittura robot-assistita


Allora, questa frase arriva nel bel mezzo di una scena d’azione dove il protagonista vede la realtà che letteralmente si spacca in due. Roba da fantascienza pura. E invece di pensare “Che disastro”, il tipo si mette a filosofeggiare sui tempi accadici.

Ora, detta così sembra una stupidata. Ma in realtà è geniale.

Ma Chi Erano Questi Accadi?

Ecco il primo colpo di scena: l’autore non ha scelto una civiltà misteriosa per fare il figo. Gli Accadi erano tutt’altro che incomprensibili – erano i più organizzati dell’antichità. Pensa un po’: il primo impero multietnico della storia, con una burocrazia che faceva invidia alla Svizzera.

La loro lingua? Chiarissima. Abbiamo dizionari di 21 volumi. Sappiamo anche come bestemmiavano. È più facile da capire del latino, giuro.

Allora perché “tempi accadici” per descrivere lo straniamento?

Semplice: non è questione di cosa dicevano, ma di come lo scrivevano. Quei segni cuneiformi sull’argilla ti fanno venire il mal di testa anche se stanno parlando del prezzo delle cipolle. È come leggere WhatsApp in cirillico – capisci tutto se conosci il russo, ma il cervello fa fatica.

Il Trucco della Scatola Cinese

Qui diventa divertente. Thomas (il protagonista) sta vivendo una dislocazione temporale fisica, ma si sente esattamente come noi quando leggiamo un testo scritto con l’AI.

È una specie di gioco di specchi:

  • Thomas legge geroglifici che cambiano significato mentre li guarda
  • Noi leggiamo un racconto scritto con l’AI che ha quella strana sensazione di “quasi umano ma non del tutto”

L’autore ha praticamente messo il lettore dentro la storia senza che se ne accorgesse. Roba da genio.

L’AI Che Vuole Strafare

Nel prologo l’autore confessa tutto: le nuove versioni di Claude “vogliono dire tutto, subito, perfettamente”. Ed è proprio vero. Ti ritrovi con testi tecnicamente perfetti ma che sembrano scritti da qualcuno che ha letto l’intera Wikipedia ma non è mai stato al bar.

È l’uncanny valley della scrittura: quando il testo è troppo bravo per essere umano ma non abbastanza robot per essere onesto.

Come ascoltare musica a velocità 1.5x – formalmente è tutto a posto, ma manca il respiro.

“Pensiero Inutile” – Ma Quando Mai

La parte più furba è quando Thomas si autocritica: “Pensiero inutile”. Sta letteralmente nel mezzo di una situazione mortale e si mette a fare teoria estetica.

È l’autore che prende in giro se stesso per la tendenza – amplificata dall’AI – a trasformare qualsiasi cosa in occasione di riflessione profonda.

Ma l’ironia è che quel “pensiero inutile” ci ha appena spiegato come funziona la letteratura del futuro. Mica male per una stupidata.

La Nuova Specie di Scrittura

Stiamo assistendo alla nascita di una scrittura ibrida che richiede nuovi strumenti di lettura. È come quando sono arrivati i primi film sonori – all’inizio facevano strano, poi ci si è abituati.

La differenza è che qui non si tratta di tecnologia, ma di ritmo cognitivo. I testi AI-assistiti hanno una densità narrativa particolare – dicono tutto quello che serve, spesso meglio di noi umani, ma con un timing leggermente off.

Non è questione di qualità. È questione di respirazione.

Il Futuro È Già Qui

“Le Sabbie di Port Said” non è solo fantascienza – è metacritica travestita da intrattenimento. L’autore usa l’espediente dei viaggi nel tempo per riflettere su cosa significa scrivere con l’AI oggi.

Il punto non è se l’AI scrive bene o male. Il punto è che sta nascendo una nuova forma di letteratura e dobbiamo imparare a leggerla senza perdere né l’occhio critico né il gusto per una bella storia.

Perché alla fine, anche l’intelligenza artificiale sta capendo che non basta dire tutto – bisogna saperlo dire con stile.

E questi “tempi accadici” della scrittura? Sono appena iniziati.


Se Ti Va di Approfondire

Chicago Assyrian Dictionary – 21 volumi per capire che gli accadici non erano poi così misteriosi

• Mark Fisher, The Weird and the Eerie – per capire lo straniamento del non-umano nella cultura

• I racconti di Borges – esempi di come si fa densità narrativa mantenendo il respiro umano

• Qualsiasi testo di confronto tra versioni di Claude – per vedere l’evoluzione dello stile AI in tempo reale

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