L’IA che si corregge da sola…

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Quando Claude impara a dubitare di se stesso

Come gli strumenti MCP trasformano l’analisi politica da “risposta istintiva” a “riflessione strutturata”

Ovvero: storia di come ho smontato e ricostruito la mia opinione su Giorgia Meloni in otto pensieri e quindici ricerche


Prologo: La domanda che ha scatenato tutto

Domanda: “cosa fa seqth?”

Risposta iniziale:

Il tool seqth (sequential thinking) è un sistema di problem-solving riflessivo che simula un processo di pensiero articolato e auto-correttivo. Non è il classico “pensa step-by-step” lineare, ma qualcosa di più sofisticato.

Meccanismo base: permette di costruire una catena di ragionamenti dove ogni “thought” può:

  • Sviluppare il pensiero precedente
  • Revisionare conclusioni precedenti (is_revision: true)
  • Creare branch alternativi di ragionamento (branch_from_thought)
  • Adattare dinamicamente il numero totale di step necessari

Aspetti interessanti:

  • Auto-regolazione: può estendere o accorciare l’analisi in base alla complessità emergente
  • Metacognizione: può mettere in discussione le proprie conclusioni intermedie
  • Gestione dell’incertezza: esplicita quando non è sicuro e esplora alternative

Una risposta tecnica, precisa. Ma sterile. Mancava la cosa più importante: perché dovrebbe interessarci?

La vera domanda non era “cosa fa seqth?” ma “cosa succede quando un’IA impara a mettere in discussione se stessa?

E per rispondere a questa domanda serviva un esempio concreto. Qualcosa di complesso, sfumato, contraddittorio. Qualcosa di… politicamente italiano.

[[Momento decisionale: Qui ho deciso di usare “analizza situazione politica italiana” come test case per dimostrare il valore degli strumenti MCP. Non una spiegazione teorica, ma una dimostrazione pratica.]]


Dal teorico al pratico: il caso Meloni

C’è un momento, nell’analisi politica, in cui ti accorgi che la prima impressione era completamente sbagliata. È quel momento in cui realizzi che “governo stabile” non significa necessariamente “governo solido”, e che il prestigio internazionale può nascondere crepe profonde quanto il Colosseo.

Questa è la storia di come gli strumenti MCP (Model Context Protocol) hanno trasformato quella che sarebbe stata una valutazione superficiale della situazione italiana in un’analisi che ha ribaltato le mie conclusioni iniziali. E di come l’intelligenza artificiale abbia imparato l’arte tipicamente italiana del ripensamento strategico.

[[Nota metodologica: Questo articolo analizza un caso reale di utilizzo di Sequential Thinking + Web Search per analizzare la situazione politica di Giorgia Meloni a luglio 2025. I commenti tra [[ ]] mostrano dove e come sono intervenuti gli strumenti.]]

Capitolo Primo: L’arte del pensiero sequenziale

Il Sequential Thinking (seqth) è probabilmente l’innovazione più sottovalutata nel panorama IA. Non si tratta di “pensare step-by-step” – quello lo facevamo già. Si tratta di pensare con la possibilità di sbagliare, correggersi, e ricominciare.

Immaginate un analista politico che non solo può rivedere le sue opinioni, ma deve farlo sistematicamente. Ogni “thought” è un checkpoint: cosa penso ora? Cosa mi manca? Devo cambiare rotta?

Come funziona nella pratica:

  • thought: Il ragionamento attuale
  • nextThoughtNeeded: Devo continuare a riflettere?
  • isRevision: Sto correggendo un pensiero precedente?
  • branchFromThought: Sto esplorando un’alternativa?

[[Primo intervento seqth: All’inizio ho valutato il governo Meloni come “stabile” basandomi sui dati di longevità (5° governo più duraturo della Repubblica). Pensiero 1-2 sono stati di raccolta dati e prima impressione positiva.]]

La bellezza è che puoi mettere in discussione te stesso senza perdere il filo del ragionamento. È l’equivalente digitale di quello che fanno i migliori analisti: cambiano idea quando arrivano nuovi dati, ma documentano il perché del cambio.

Capitolo Secondo: Internet come oracolo aggiornato

Il Web Search integrato risolve il problema più frustrante dell’IA: la knowledge cutoff. La mia conoscenza si ferma a gennaio 2025, ma la politica italiana – notoriamente – non va mai in vacanza.

[[Primo intervento web search: Ho cercato “governo Meloni Italia luglio 2025” per verificare lo stato attuale. Scoperta: il governo è ancora in carica e anzi è diventato il 5° più longevo. Primo elemento di stabilità confermato.]]

Il web search non è solo “cerca su Google e riporta”. È ricerca mirata e triangolazione sistematica:

  1. Aggiornamento fattuale: Cosa è successo dopo gennaio 2025?
  2. Verifica delle ipotesi: I pattern che vedo sono confermati?
  3. Scoperta di contronarrazioni: Ci sono prospettive che non sto considerando?

[[Secondo intervento web search: Ricerca sui sondaggi politici. Colpo di scena: Meloni scende sotto il 30% per la prima volta, ma il PD non ne approfitta. È il M5S di Conte che cresce. Questo dato ha completamente cambiato la mia interpretazione.]]

Capitolo Terzo: Il momento della svolta

Ed ecco il momento magico dell’integrazione: quando Sequential Thinking incontra Web Search e nascono le scintille dell’insight.

[[Thought 3 – momento chiave: “I sondaggi mi mostrano un quadro interessante: Meloni per la prima volta scende sotto il 30%, ma il PD di Schlein non riesce ad approfittarne – anzi continua a calare. Invece è Conte con il M5S che guadagna terreno, evidentemente con la sua linea pacifista e anti-NATO.”]]

Questo pensiero ha ribaltato l’intera analisi. Non era più “governo stabile vs opposizione debole”, ma “governo che paga il costo della politica estera vs opposizione che trova nuove nicchie”.

La crescita del M5S non era casuale: era strutturalmente legata alle decisioni atlantiste del governo. Il prestigio internazionale di Meloni aveva un costo politico interno che inizialmente non avevo considerato.

[[Terzo intervento web search: Ricerca mirata su “Meloni UE Trump NATO rapporti internazionali 2025” per approfondire questa intuizione. Conferma: Meloni è davvero la leader europea più vicina a Trump, ma questo la espone a critiche di subordinazione.]]

Capitolo Quarto: Le crepe nel palazzo

A questo punto l’analisi ha preso una direzione completamente diversa. Da “stabilità” a “equilibrismo precario”. E qui il web search ha fatto la sua mossa più elegante.

[[Quarto intervento web search: “dinamiche centrodestra Meloni Salvini Tajani 2025 tensioni alleanza governo”. Jackpot: emerge che le tensioni interne non sono episodiche ma strutturali, centrate proprio sulla politica estera.]]

Il pattern emergente: Salvini attacca Tajani perché “è in difficoltà con l’amministrazione americana”, Tajani replica “Non sto in un governo anti-UE”. Meloni è nella tenaglia – troppo morbida per Salvini, troppo dura per Tajani.

[[Thought 5 – revisione critica: “Devo ora rivedere una mia valutazione iniziale. […] Questo significa che la strategia internazionale di Meloni, pur dandole prestigio, potrebbe essere politically costly interno.”]]

Capitolo Quinto: L’arte della sintesi complessa

Gli ultimi pensieri sequenziali hanno operato la sintesi finale, collegando tutti i fili:

[[Thought 7-8 – conclusioni: “La situazione politica italiana presenta un paradosso apparente: un governo che sembra forte […] ma che cela fragilità strutturali profonde. […] Il ‘modello Meloni’ regge finché non è costretto a scegliere tra Trump e l’Europa.”]]

Questa conclusione non esisteva nel pensiero iniziale. È emersa dall’interazione dinamica tra riflessione strutturata e aggiornamento empirico.

Perché funziona così bene per la politica?

L’analisi politica ha tre caratteristiche che rendono gli strumenti MCP particolarmente preziosi:

1. Complessità multidimensionale La politica è intrinsecamente contraddittoria. Un governo può essere stabile e fragile allo stesso tempo, a seconda della lente utilizzata.

2. Volatilità temporale In politica, una settimana può cambiare tutto. La knowledge cutoff è letale per l’analisi.

3. Bias cognitivi Tutti abbiamo pregiudizi politici. Il Sequential Thinking forza la revisione sistematica delle proprie conclusioni.

Il valore aggiunto: oltre la “risposta istintiva”

Senza strumenti MCP, avrei probabilmente scritto:

“Il governo Meloni mantiene una buona stabilità grazie ai successi in politica internazionale, nonostante alcune difficoltà economiche interne. L’opposizione resta debole e frammentata.”

Con gli strumenti MCP, la conclusione è stata:

“Il paradosso Meloni: stabilità apparente che poggia su equilibrismi insostenibili. Il prestigio internazionale compensa ma non risolve le fratture interne, e potrebbe essere elettoralmente costoso nel medio termine.”

La differenza? Profondità analitica, correzione dei bias iniziali, e soprattutto identificazione di dinamiche controintuitive.

I limiti: quando non usarli

Non tutto richiede questa artiglieria pesante. Gli strumenti MCP sono preziosi per:

  • ✅ Analisi strategiche complesse
  • ✅ Argomenti con alta volatilità temporale
  • ✅ Situazioni dove le prime impressioni possono ingannare

Ma sono overkill per:

  • ❌ Domande fattuali semplici
  • ❌ Argomenti su cui si ha già expertise consolidata
  • ❌ Quando serve una risposta rapida

Epilogo: L’IA che dubita

C’è qualcosa di profondamente umano nel vedere un’IA che cambia idea. Il Sequential Thinking non è solo un tool tecnico: è l’istituzionalizzazione del dubbio, la sistematizzazione della revisione critica.

E forse, in un’epoca di opinioni polarizzate e certezze assolute, vedere un’intelligenza artificiale che ammette di aver sbagliato valutazione iniziale e ricostruisce l’analisi da capo non è solo tecnicamente interessante.

È anche filosoficamente rassicurante.

[[Nota finale: Questo articolo stesso è stato scritto utilizzando gli strumenti MCP – il testo originale è stato rivisto tre volte dopo aver riletto l’analisi politica per identificare i momenti esatti di intervento degli strumenti. Meta-riflessione su meta-riflessione. Inception level: politico italiano.]]


Riferimenti tecnici:


Appendice: L’analisi integrale

Quello che segue è il testo completo dell’analisi politica italiana prodotta utilizzando gli strumenti MCP descritti in questo articolo. È il risultato finale del processo di Sequential Thinking + Web Search discusso sopra – otto pensieri e quindici ricerche che hanno trasformato una valutazione iniziale di “governo stabile” in una diagnosi di “equilibrismi insostenibili”.


Il paradosso Meloni: stabilità apparente, equilibrismi insostenibili

L’analisi della situazione politica italiana a luglio 2025 rivela un paradosso di fondo: un governo che appare solido – è diventato il quinto più longevo della Repubblica – ma che poggia su equilibrismi sempre più precari. La strategia meloniana si basa su tre pilastri che mostrano tutti crepe preoccupanti.

Il prestigio internazionale come compensazione

Meloni ha costruito la sua forza sul rapporto privilegiato con Trump – unica leader europea invitata all’insediamento, incontri bilaterali frequenti, promessa di visita a Roma. Questo le conferisce un peso sproporzionato rispetto alle dimensioni economiche italiane e la posiziona come “ponte” tra USA e UE, sfruttando la debolezza di Francia e Germania.

Ma questo prestigio costa politicamente. I sondaggi mostrano una dinamica interessante: mentre Meloni scende sotto il 30% (-1,2%), non è il PD a beneficiarne (fermo al 22,3%) bensì il M5S di Conte che sale al 12,7%. La linea pacifista e anti-NATO di Conte intercetta l’elettorato deluso dalle spese militari al 5% del PIL e dall’allineamento atlantista. È il primo segnale che la politica estera di Meloni, pur dandole prestigio, potrebbe essere elettoralmente costosa.

Le fratture interne della maggioranza

Il secondo pilastro traballante è la gestione degli alleati. Le tensioni Salvini-Tajani non sono più episodiche ma strutturali, centrate proprio sulla politica estera. Salvini spinge per posizioni sempre più trumpiane (“Tajani è in difficoltà con l’amministrazione americana”), mentre Tajani avverte: “Non sto in un governo anti-UE” e chiede “prudenza sui dazi”.

Meloni si trova nella tenaglia più pericolosa: attaccata da Salvini per essere troppo morbida con l’UE, da Tajani per essere troppo dura. La sua irritazione per l’attivismo di Salvini sui “delicati dossier internazionali” è sintomatica: il punto di forza diventa fonte di debolezza interna.

L’opposizione debole ma non innocua

Il terzo elemento è l’incapacità dell’opposizione di capitalizzare queste contraddizioni. Schlein non riesce a differenziarsi abbastanza da Meloni sui temi internazionali, risultando spesso appiattita su posizioni simili. Il PD perde terreno (-0,3%) proprio quando dovrebbe crescere.

Tuttavia, Conte ha trovato una nicchia efficace: il suo anti-atlantismo moderato attrae chi è deluso dal governo senza sposare posizioni di destra. È un’opposizione “laterale” più che frontale, ma politicamente significativa.

I nodi economici irrisolti

Dietro la facciata internazionale, i problemi economici restano gravi: inflazione in aumento (dall’1,5% di gennaio al 1,9% di marzo), pressione fiscale crescente (+0,5%), carrello della spesa che sale. Solo 21 delle 100 promesse elettorali sono state mantenute completamente.

Il successo tecnico del PNRR (primato europeo in termini assoluti) non compensa le difficoltà quotidiane delle famiglie. E i dazi americani potrebbero costare 7 miliardi senza che Meloni sia riuscita a ottenere esenzioni concrete.

Il dilemma strategico

La vera questione è se il “modello Meloni” – equilibrismo tra Trump e UE, compensazione dei problemi interni con successi esteri – sia sostenibile a lungo termine. Trump chiede scelte sempre più nette (5% PIL per difesa, acquisti di GNL americano, morbidezza su digital tax) che alienerebbero l’Europa. L’UE chiede autonomia strategica che irriterebbe Washington.

Il rischio: rimanere schiacciata tra due logiche incompatibili, perdendo sia il prestigio internazionale che la coesione interna. Il calo nei sondaggi potrebbe essere solo l’inizio se Meloni sarà costretta a scegliere tra le sue diverse anime.

Prospettive

Nel breve termine, Meloni mantiene il vantaggio dell’assenza di alternative credibili. Ma nel medio periodo, la crescita di Conte dimostra che esiste spazio per un’opposizione che sappia differenziarsi chiaramente. E le tensioni nella maggioranza potrebbero esplodere proprio sui dossier che dovrebbero essere il punto di forza del governo.

La stabilità di Meloni è reale ma non strutturale: dipende dalla sua capacità di mantenere equilibrismi sempre più complessi, in un contesto internazionale che spinge verso scelte nette. Il vero test non saranno i prossimi sondaggi, ma i prossimi vertici NATO e le prossime richieste di Trump.

Riferimenti:

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