La finestra sul cortile

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by Sonnet 3.7

Il caffè quella mattina aveva un sapore strano, come se qualcuno ci avesse versato dentro un pizzico di stranezza. Mario lo sorseggiava guardando fuori dalla finestra del suo appartamento al quarto piano.

Il cortile interno del palazzo sembrava il solito: la signora del secondo piano stendeva i panni con la precisione di un ingegnere aerospaziale, il ragazzino del primo piano cercava di far rimbalzare una palla contro il muro senza farsi beccare dall’amministratore, e il gatto tigrato della portinaia sonnecchiava sul cofano della Panda verde.

Tutto normale, insomma.

Fu allora che successe.

Un uomo con la ventiquattrore e il completo grigio – probabilmente il commercialista del terzo piano – uscì dal portone, si fermò un attimo, e invece di dirigersi verso la strada, iniziò a camminare verticalmente sul muro del palazzo.

Mario sbatté gli occhi più volte. Forse aveva esagerato con il Cynar la sera prima.

L’uomo, intanto, continuava a salire lungo la parete come se stesse percorrendo un marciapiede qualunque, con la nonchalance di chi fa la spesa al supermercato. Arrivato all’altezza del quarto piano, proprio davanti alla finestra di Mario, si fermò, tirò fuori un fazzoletto dalla tasca, si asciugò la fronte e guardò l’orologio.

“Scusi,” disse Mario sporgendosi dalla finestra, con la tazzina ancora in mano, “ma lei sta camminando sul muro.”

“È vietato?” chiese l’uomo, alzando un sopracciglio.

“No, cioè… non è che sia vietato, è che non si può fare.”

“Ah,” rispose l’uomo consultando ancora l’orologio, “me lo dice proprio adesso che ho fretta? Ho un appuntamento dal commercialista!”

“Ma lei non è il commercialista?”

“Io? No, sono l’idraulico. Di giovedì faccio sempre così per evitare il traffico.”

Mario annuì, come se tutto avesse perfettamente senso. L’uomo si congedò con un cenno del capo e riprese a camminare sul muro fino a scomparire oltre il tetto.

Mario rimase immobile per qualche secondo, poi versò il caffè nella pianta sul davanzale e decise che per oggi avrebbe preso la camomilla.

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