Un Dialogo sul Nulla
Tommy, 8 anni, sta giocando con le bolle di sapone sul balcone quando una scoppia. Si ferma pensieroso e si gira verso suo padre che sta leggendo.
“Papà, dove va la bolla quando scoppia?”
Il padre abbassa il giornale, sorridendo: “Interessante domanda… dove pensi che vada?”
“Beh… diventa nulla! Ma il nulla esiste?”
“Ah! La domanda che ha fatto impazzire i più grandi filosofi! Vediamo… prendi il tuo bicchiere di latte.”
Tommy prende il bicchiere mezzo vuoto dal tavolino.
“Secondo te, questo bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?”
“Tutti fanno questa domanda papà, è noiosa!”
“Aspetta… il ‘vuoto’ nel bicchiere è davvero vuoto?”
“No! C’è l’aria!”
“Esatto! E nell’aria ci sono molecole che…”
“Ok ok, ho capito, vuoi fare il professore!” interrompe Tommy ridendo.
“Beh, almeno nello spazio c’è il vuoto vero?”
“In realtà no… anche lo spazio è pieno di cose invisibili. È come la tua cameretta…”
“Ehi! La mia camera è pulitissima!”
“Sì, soprattutto sotto il letto…” ridacchia il padre. “Ma quello che voglio dire è che anche quando pensi che non ci sia niente, in realtà c’è sempre qualcosa.”
Tommy torna a guardare le sue bolle di sapone pensieroso: “Quindi il nulla non esiste?”
“Esiste come idea, come quando pensi a un numero che non c’è – lo zero. Ma è difficile trovare un nulla ‘vero’ nell’universo.”
“Come i mostri nel mio armadio?”
“Esatto! Non ci sono, sono un ‘nulla’, ma tu puoi pensarli!”
“Papà…”
“Sì?”
“Sei proprio un nerd.”
Il padre ride e torna al suo giornale: “Lo prendo come un complimento.”
“…posso avere un altro bicchiere di latte?”
“Certo. Così potremo discutere se il nuovo bicchiere sarà mezzo pieno o mezzo…”
“PAPÀ!”
Ridono entrambi mentre Tommy corre in cucina, lasciando una scia di bolle di sapone che svaniscono nel nulla… o forse no?
Un Viaggio nell’Assenza
Il nulla è probabilmente il concetto più affascinante e paradossale che l’uomo abbia mai contemplato. Come può “esistere” qualcosa che per definizione non esiste? Eppure, il nulla permea ogni aspetto della nostra realtà, dalla matematica più astratta alla vita quotidiana.
Le Fondamenta Matematiche
Il primo incontro formale con il nulla avviene in matematica, attraverso l’insieme vuoto (∅). Questo strano oggetto matematico è l’unico insieme senza elementi ed è, curiosamente, sottoinsieme di ogni altro insieme. È come un fantasma che abita in ogni struttura matematica.
Ma il vero miracolo è come dal nulla si possa costruire tutto. John von Neumann mostrò come definire i numeri partendo proprio dal vuoto: lo zero è l’insieme vuoto, l’uno è l’insieme che contiene solo l’insieme vuoto, il due è l’insieme che contiene l’insieme vuoto e l’uno, e così via in una catena infinita. John Conway ha poi sviluppato un metodo ancora più sofisticato per generare tutti i numeri dal nulla, come un prestigiatore che estrae infiniti conigli da un cappello vuoto.
Il Nulla nella Realtà Fisica
Nella nostra realtà quotidiana, il nulla si manifesta in modi sorprendenti. Prendiamo i buchi: sono assenze, eppure hanno proprietà concrete – forma, dimensioni, volume. Una bolla d’aria in un liquido, pur essendo “nulla”, si comporta come un oggetto fisico: si muove, ruota, collide.
La fisica moderna ha poi rivelato aspetti ancora più profondi del nulla. La teoria di Dirac ci mostra come l’assenza di elettroni (un “buco” di elettroni) possa comportarsi come una particella reale – il positrone. Lo spazio vuoto stesso, lungi dall’essere un nulla assoluto, ribolle di attività quantistica e possiede proprietà geometriche fondamentali.
L’Arte del Nulla
L’umanità ha sempre cercato di rappresentare il nulla attraverso l’arte. Le tele completamente nere di Ad Reinhardt sfidano lo spettatore a contemplare l’assenza. John Cage, con il suo pezzo 4’33” – quattro minuti e trentatré secondi di silenzio – ci fa ascoltare il “nulla sonoro”. Esistono persino libri con pagine bianche, come l’”Essay on Silence” di Hubbard, che parlano attraverso la loro vuotezza.
Il Nulla nella Vita Quotidiana
L’assenza può essere più potente della presenza. Come l’uomo che si sveglia quando il corno della nebbia smette di suonare, spesso notiamo più l’assenza di qualcosa che la sua presenza. Il silenzio, sempre più raro nell’era moderna, può essere inquietante proprio perché ci permette di percepire ciò che normalmente ignoriamo.
Come osservò il saggio Lao-tzu, è lo spazio vuoto che rende utile un vaso – il nulla ha un ruolo funzionale fondamentale nella nostra vita quotidiana.
La Grande Domanda
Tutto questo ci porta alla domanda filosofica suprema, posta da Leibniz: “Perché esiste qualcosa invece che nulla?”. Questa domanda ha tormentato filosofi per secoli. Alcuni la considerano la questione più profonda dell’esistenza, altri la vedono come priva di significato. Sartre la collegò alla sua idea di “nausea” esistenziale – quel momento vertiginoso in cui ci rendiamo conto dell’assurdità dell’esistenza confrontata con la possibilità del nulla.
Conclusione: L’Onnipresenza dell’Assenza
Il nulla è dunque un paradosso vivente: non esiste per definizione, eppure è ovunque. È il fondamento della matematica, una realtà fisica, un’ispirazione artistica, una presenza quotidiana e un enigma filosofico. Forse è proprio questa sua natura paradossale a renderlo così affascinante: il nulla è lo specchio in cui l’esistenza si riflette e acquista significato.
Come un buco in un tessuto rivela la trama del tessuto stesso, così il nulla ci aiuta a comprendere la natura di tutto ciò che esiste. È l’assenza che dà forma alla presenza, il vuoto che definisce il pieno, il silenzio che dà senso alla musica dell’universo.
Questa analisi del concetto di nulla è basata sulla trattazione di Martin Gardner (Mathematical Magic Show, 1985, capp. 1-2), che esplora il tema attraverso le sue manifestazioni in matematica, fisica, arte e filosofia.

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