Una Satira Moderna
di [Il Tuo Nome]
Benvenuti nel XXI secolo, dove la promessa di ricchezza facile è allettante quanto lo era ai tempi di Louis-Sébastien Mercier nel Settecento. Allora, la gente buttava le ultime monete nelle lotterie, sperando di fare il colpaccio. Oggi? Abbiamo solo sostituito i biglietti cartacei con sogni digitali.
Che si tratti di comprare Bitcoin, scommettere su azioni meme o partecipare all’ultimo drop di NFT, il ritornello è sempre lo stesso: “Questa volta è diverso!” Ma lo è davvero?
Nel suo libro Memorie dell’anno duemilacinquecento, Mercier dedica un intero capitolo – il XII, intitolato “Le Tasse” – a lamentarsi di come i poveri venissero attirati in quelli che lui definisce “giochi d’azzardo”. Il capitolo sembra un editoriale satirico del Settecento, pieno di indignazione per come i più vulnerabili venivano ingannati dalla speranza di denaro facile. Se sostituissimo “lotteria” con “criptovaluta” o “borsa”, la critica suonerebbe ancora attuale e pungente.
Eccoci qui, secoli dopo, e cosa è cambiato? Beh, invece di metterci in fila per un biglietto della lotteria, ora accediamo a piattaforme come Robinhood per “giocare” i nostri risparmi di una vita sulla prossima GameStop. Allora si trattava di girare una ruota o estrarre un numero. Oggi si tratta di aggiornare freneticamente l’app di Coinbase per vedere se finalmente Bitcoin è “andato sulla luna” (spoiler: probabilmente no).
Ma, diciamocelo, non è solo questione di poveri, vero?
Le lamentele di Mercier non riguardavano solo lo sfruttamento finanziario dei più deboli. Stava anche mettendo in ridicolo l’assurdità della situazione: come le persone, indipendentemente dal loro status sociale, gettavano al vento la logica, convinte di poter battere il sistema. Oggi la storia è la stessa, cambia solo la tecnologia. Quanti di noi, spinti dai thread di Reddit e dagli influencer su Twitter, hanno pensato: “Sarò io quello che azzeccherà il timing perfetto del mercato!” solo per ritrovarsi con un portafoglio che sembra una scena del crimine finanziario?
Il capitolo di Mercier non era solo uno sfogo; era un editoriale ante litteram. Al suo tempo non esisteva una piattaforma per i comuni cittadini su cui pubblicare le proprie opinioni su economia, politica o sull’ultimo scandalo della monarchia francese. Ma Mercier trovò comunque il modo di far sentire la sua voce attraverso la narrazione satirica.
Oggi, invece, abbiamo innumerevoli canali – giornali, blog, social media – dove chiunque, munito di tastiera e opinione, può interpretare il ruolo di Mercier. (Ehi, guardate me, lo sto facendo proprio ora!)
E proprio come ai tempi di Mercier, continuiamo a usare l’umorismo per affrontare le assurdità della vita.
Se Mercier fosse vivo oggi, probabilmente scriverebbe editoriali per Lercio o Il Fatto Quotidiano, prendendo in giro le ultime mode della finanza digitale con la stessa ironia tagliente che usava per attaccare le lotterie del suo tempo.
Quindi, qual è la lezione qui?
Forse è che noi esseri umani siamo eternamente alla ricerca di ottenere qualcosa per niente, che si tratti di una vincita alla lotteria, di un’impennata di Bitcoin o di un’azione meme virale. E proprio come ai tempi di Mercier, quelli al potere – che siano governi, aziende o il tizio su YouTube con due milioni di iscritti e consigli su azioni calde – sono più che felici di venderci quel sogno, anche se le probabilità sono ridicolmente contro di noi.
Ma ecco il colpo di scena: forse non è tutto male. Mentre Mercier era giustamente preoccupato per lo sfruttamento dei poveri, avrebbe potuto anche riconoscere il brivido della caccia, la complicità dei rischi condivisi e le storie che ci raccontiamo per dare un senso a un mondo che non sempre gioca secondo le regole. Dopotutto, non è proprio questo che ci rende umani? La speranza che noi, contro ogni probabilità, possiamo essere i fortunati?
In conclusione…
Che stiamo comprando un biglietto della lotteria o scommettendo sulla prossima grande criptovaluta, vale la pena ricordare gli avvertimenti di Mercier – e il suo umorismo. Dopotutto, se dobbiamo rischiare i nostri soldi, almeno conserviamo il nostro senso dell’umorismo. Perché nella grande lotteria della vita, è l’unica scommessa sicura che abbiamo.
Nota di Commento su Op-Ed
L’articolo che avete appena letto è un esempio di editoriale di opinione – in italiano, spesso abbreviato semplicemente come “editoriale” – una forma di scrittura che permette agli autori di esprimere le loro opinioni su un argomento di attualità. A differenza degli articoli di cronaca, che riportano i fatti in modo neutrale, gli editoriali mirano a persuadere il lettore o a stimolare la riflessione su un tema specifico.
L’uso di umorismo, ironia e riferimenti culturali contemporanei rende l’editoriale un mezzo potente per discutere temi complessi, rendendoli accessibili e coinvolgenti. In questo caso, l’editoriale ha preso ispirazione dal capitolo XII di “Le Tasse” di Mercier, adattandone i temi alla realtà odierna, per mostrare come alcune dinamiche umane e sociali siano rimaste incredibilmente attuali.
[Il Tuo Nome] è un [Tua Occupazione/Titolo], che si diverte a ironizzare sulle assurdità della finanza moderna, solitamente dopo aver controllato il proprio portafoglio crypto (e aver pianto un po’ dentro).

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