Il primo film italiano?

Sessantaquattro anni di bugie e un fotografo dimenticato

Spoiler: il Papa non c’entra niente, i francesi meno ancora, e il vero pioniere morì senza gloria in un cimitero milanese. Storia di come una decisione vaticana, il marketing dei Lumière e la negligenza storiografica abbiano creato una fake news durata 64 anni.


Cronologia essenziale (o: chi girò cosa e quando)

DataEventoOperatoreNote
25 ottobre 1896Riprese Panorama du Grand Canal a VeneziaAlexandre Promio (Lumière)Data di ripresa certificata (Catalogue Lumière, fonte primaria); prima proiezione 13 dicembre 1896 [^13][^17]
31 ottobre 1896Prima proiezione pubblica a MirandolaItalo PacchioniData di proiezionedate di ripresa non documentate [^8]
giugno–luglio 1898Riprese di Leone XIII nei Giardini VaticaniWilliam K. L. Dickson (Biograph)Non 1896, non Calcina [^1][^2]
aprile 1899Primi filmati Lumière di Leone XIIIFrancesco De FedericisFotografo pontificio dal 1878, cinematografista dal 1901 [^6]
1959Nasce la Filmoteca VaticanaAttribuzione consolidata: Calcina/Lumière 1896 (poi smentita) [^1]
2023Ricerca di Della MaggioreSmentisce l’attribuzione dopo 64 anni [^1]

Distinzione cruciale

  • Primo film sull’Italia: girato in Italia, a prescindere dalla nazionalità dell’operatore (es.: Promio, 25/10/1896).
  • Primo film italiano: girato da un italiano in Italia (es.: Pacchioni, proiezione 31/10/1896; date di ripresa non documentate).

Immaginate di scoprire che tutto quello che sapevate sulla nascita del cinema italiano è tecnicamente sbagliato. Non un errore di sfumature – proprio sbagliato marcio, con tanto di documenti d’archivio che da un secolo urlavano la verità mentre tutti guardavano dall’altra parte. Benvenuti nel caso Leone XIII, ovvero: quando il Vaticano riscrive la storia (involontariamente), i francesi ci mettono il loro marchio, e un genio di provincia viene dimenticato in una celletta del Cimitero Maggiore.

Il Papa che non era del 1896

Chiediamo a chiunque abbia studiato cinema: “Qual è il primo filmato girato in Italia?”

Risposta da manuale: “Leone XIII benedice la macchina da presa, 26 febbraio 1896, operatore Vittorio Calcina per i fratelli Lumière.”

Peccato che sia tutto falso.

Nel 2023, lo storico Gianluca della Maggiore pubblica per Utet una ricerca che ha l’effetto di una bomba negli archivi della Filmoteca Vaticana: Le vedute delle origini su Leone XIII. Vaticano, Biograph e Lumière[^1]. Dopo mesi passati a spulciare l’Archivio Apostolico Vaticano, della Maggiore scopre quello che in realtà era lì da sempre, nero su bianco, in una nota manoscritta di monsignor Francesco Salesio Della Volpe (futuro cardinale).

Il celebre filmato non è del 1896 ma del 1898. E non lo girò un italiano per i francesi, ma William Kennedy Laurie Dickson – americano, braccio destro di Edison, per la Biograph Company[^1][^2].

“Ma allora perché per 64 anni…”

Eccola, la parte migliore. Il Vaticano commissiona le riprese alla Biograph nel giugno-luglio 1898. Dickson fa un ottimo lavoro: tre scene, Leone XIII che benedice, che arriva in carrozza, che si siede circondato da prelati. Tutto molto dignitoso. Poi la Biograph inizia a proiettare queste immagini sacre in sale di varietà, alternate a spettacoli che definiremmo “troppo leggeri” per un pontefice[^1][^4].

Il Vaticano va su tutte le furie. Revoca la concessione. E a chi dà i diritti? Ai Lumière, che garantiscono rispetto e decoro. I francesi ci mettono sopra il loro marchio, ed è fatta: da quel momento, per tutti, il filmato diventa “Lumière, 1896, operatore Calcina”[^2][^5].

Nel 1959, quando nasce la Filmoteca Vaticana, nessuno va a controllare le carte originali. Si prende per buona la versione Lumière. E così, per 64 anni (dal 1959, nascita della Filmoteca Vaticana, al 2023, pubblicazione della ricerca di Della Maggiore), manuali universitari, documentari RAI, Wikipedia, tutti ripetono la stessa storia. Sbagliata[^1].

Vittorio Calcina, per inciso, non filmò mai Leone XIII nel 1896. I primi veri filmati Lumière del Papa furono girati da Francesco De Federicis – fotografo pontificio dal 1878, poi cinematografista pontificio dal 1901 – a partire dall’aprile 1899[^6]. Un anno dopo le riprese di Dickson, e ben tre anni dopo la data che tutti hanno creduto vera.

Italo chi? Il genio che nessuno ricorda

Tolto di mezzo Leone XIII – che nel 1896 non era ancora stato filmato – chi resta in gara per il titolo di “primo cineasta italiano”?

Italo Pacchioni. E se non vi dice niente, è esattamente il problema.

Pacchioni, classe 1872, fotografo a Mirandola, nel 1896 si trova a Parigi e assiste alle proiezioni dei Lumière. Folgorazione istantanea. Prova a comprare una macchina: “Non ne parliamo proprio”, rispondono i francesi, che sul cinématographe hanno il copyright più ferreo d’Europa[^7].

Pacchioni non si abbatte. Torna in Italia, si chiude in laboratorio con il fratello Enrico e un meccanico di cognome Veronelli, e ricostruisce la macchina a memoria[^8]. Senza progetti, senza manuali, solo guardando attentamente il marchingegno durante le proiezioni parigine. Un reverse engineering pionieristico che oggi farebbe impazzire qualsiasi patent troll.

Nel corso del 1896 gira i suoi primi film. Tra questi, il celebre Arrivo del treno alla Stazione di Milano – risposta milanese (e decisamente più scenografica) al treno dei Lumière a La Ciotat[^9][^10]. Poi La battaglia di neve, La gabbia dei matti, Ballo in famiglia. E soprattutto Il finto storpio al Castello Sforzesco: 43 secondi di un ragazzino che finge di essere storpio per chiedere l’elemosina, finché non viene smascherato. Considerato tra le primissime finzioni cinematografiche italiane – se non la prima in assoluto, certamente una delle più antiche documentate[^11][^9][^10].

Il 31 ottobre 1896, a Mirandola, Pacchioni fa la prima proiezione pubblica[^8]. È un successo. Gira l’Italia con le sue pellicole, spettacoli da 45 minuti (il doppio dei Lumière), accompagnamento musicale dal vivo, titoli urlati dalla cabina. Filma i funerali di Umberto I nel 1900, quelli di Verdi nel 1901. Poi, nel 1902, chiude tutto. Apre uno studio fotografico a Milano, poi ad Abbiategrasso e Busto Arsizio[^8][^12]. Muore nel 1940 e viene sepolto al Cimitero Maggiore di Milano, in una celletta[^8].

La sua cinepresa – quasi identica a quella Lumière, ma costruita da zero – è conservata al Museo del Cinema della Fondazione Cineteca Italiana[^9]. Non esiste una targa, non un museo, non una piazza intitolata. Il pioniere assoluto del cinema italiano è praticamente un fantasma.

La gondola che inventò il travelling shot

E il panorama veneziano di cui parlavamo all’inizio?

Alexandre Promio, operatore Lumière di origini italiane (famiglia piemontese emigrata a Lione), il 25 ottobre 1896 è a Venezia per lavoro[^13][^14][^17]. Sale su una gondola per andare dall’hotel alla stazione. Guarda i palazzi che “fuggono” davanti a lui. E ha un’intuizione: “Se il cinema immobile riproduce oggetti in movimento, perché non invertire la proposta?”[^15]

Telegrafa ai Lumière: “Posso provare a mettere la macchina sulla gondola?” Risposta affermativa. Promio gira il suo Panorama du Grand Canal pris d’un bateau (catalogo Lumière n. 295): il primo travelling shot della storia del cinema[^14][^16][^17]. O quasi – c’è chi sostiene che un certo Constant Girel, altro operatore Lumière, lo precedette di pochi giorni con un carrello sul Reno a Costanza[^13].

Il film debutta il 13 dicembre 1896 a Lione[^17]. È una rivoluzione tecnica: per la prima volta la macchina da presa si muove, trasformando il linguaggio cinematografico.

Nota cronologica importante: per Promio abbiamo la data certa della ripresa (25 ottobre 1896). Per Pacchioni abbiamo solo la data della prima proiezione (31 ottobre 1896), ma non sappiamo quando effettivamente girò i suoi film. Questa differenza è cruciale per stabilire il “primato” cronologico.

Eppure, anche qui, la cronologia gioca brutti scherzi: se Promio avesse davvero inventato il travelling a Venezia prima di partire per gli USA (dove arriva a settembre 1896), perché nei suoi 20 filmati americani non c’è un solo panorama?[^16] Il dibattito tra storici resta aperto.

Il verdetto (provvisorio e problematico)

Ricapitoliamo:

  • Leone XIII: 1898, non 1896. Dickson/Biograph, non Calcina/Lumière. Un “falso storico” durato 64 anni.
  • Italo Pacchioni: vero pioniere del 1896, primo film di finzione italiano, dimenticato dalla storia.
  • Alexandre Promio: 25 ottobre 1896, primo travelling shot (forse), gloria imperitura.

Ma c’è un problema cronologico che va dichiarato esplicitamente: Promio gira a Venezia il 25 ottobre 1896 (data certificata dal Catalogue Lumière, fonte primaria)[^17]. La prima proiezione di Pacchioni è il 31 ottobre 1896. Se giudichiamo dalla data di ripresa verificabile, Promio precede Pacchioni di almeno sei giorni.

L’affermazione che Pacchioni sia “il primo” si basa sul fatto che egli girò i suoi film “nel corso del 1896” – presumibilmente prima di ottobre. Ma le fonti non specificano le date esatte delle riprese di Pacchioni[^7][^8][^9]. Sappiamo solo quando proiettò pubblicamente. Se avesse girato i suoi film a novembre, dopo il rientro da qualche altro impegno, allora il primato cronologico spetterebbe a Promio.

Quindi, con onestà intellettuale: il panorama veneziano potrebbe non essere il filmato più antico sull’Italia del 1896, ma in assenza di date precise sulle riprese di Pacchioni, non possiamo affermarlo con certezza assoluta. Quello che sappiamo è che:

  1. Pacchioni costruì autonomamente una cinepresa e girò i primi film italiani nel 1896
  2. Il suo contributo tecnico e pionieristico è innegabile
  3. Leone XIII, che per 64 anni sembrava battere tutti, è del 1898
  4. Pacchioni merita riconoscimento storico, indipendentemente da chi girò “prima” di qualche giorno

La certezza più solida resta questa: per decenni abbiamo dato credito a un Papa filmato due anni dopo, mentre il vero padre del cinema italiano moriva nell’anonimato.

C’è una morale, in tutto questo? Forse sì: la storia si scrive con i documenti, non con le leggende. E quando una catena di eventi – una decisione vaticana, il marketing dei Lumière, la negligenza archivistica – ti riscrive la cronologia, gli archivi prima o poi presentano il conto. Anche se poi scopri che alcune date mancano ancora, e che il “primato assoluto” è più sfumato di quanto vorresti.

Magari tra altri 64 anni scopriremo che qualcun altro filmò prima di tutti. Ma per ora, godiamoci questa piccola rivoluzione storiografica. E magari, un giorno, qualcuno intitoli una piazza a quel fotografo di Mirandola che ricostruì una cinepresa guardandola da lontano – che abbia girato il 15 settembre o il 15 novembre, poco importa.


Nota metodologica: come si fa storia del cinema

Questo caso insegna qualcosa di utile oltre la vicenda specifica:

  1. Fonti primarie vs tradizione: il Catalogue Lumière[^17] e l’Archivio Apostolico Vaticano[^1] battono decenni di ripetizioni acritiche
  2. Distinguere date di ripresa e proiezione: una confusione che falsifica tutta la cronologia
  3. Definire i termini: “primo film in Italia” ≠ “primo film italiano”
  4. Ammettere i limiti: quando le date mancano, dirlo – non fingere certezze inesistenti

La storiografia del cinema è giovane, e per decenni ha funzionato più per tradizione orale che per rigore archivistico. Il lavoro di Della Maggiore[^1] è un esempio di come si dovrebbe sempre lavorare: archivi, fonti primarie, confronto critico. E pazienza se poi il “mito” si sgonfia – meglio una verità complessa che una favola consolatoria.


Riferimenti

[^1]: Vatican News, “Una ricerca cambia l’attribuzione della paternità del primo filmato di Leone XIII“, 10 novembre 2023 (fonte primaria istituzionale)

[^2]: Il Sole 24 ORE, “Filmoteca Vaticana, il falso storico dei film su Leone XIII“, 10 novembre 2023 (fonte primaria istituzionale)

[^3]: Wikipedia IT, “Sua Santità papa Leone XIII(fonte di riferimento generale)

[^4]: Crux Now, “American role in first-ever papal film scrubbed by Vatican“, 13 novembre 2023 (fonte primaria)

[^5]: AgenSIR, “Chiesa e cinema: Filmoteca presenta il volume di Gianluca della Maggiore“, 6 novembre 2023 (fonte primaria istituzionale)

[^6]: ACI Stampa, “Leone XIII e il cinema, un libro fa luce su un piccolo mistero vaticano“, 23 maggio 2024 (fonte primaria istituzionale)

[^7]: Wikipedia IT, “Italo Pacchioni(fonte di riferimento generale)

[^8]: Al Barnardon, “Il pioniere solitario del cinema italiano – Italo Pacchioni“, 18 novembre 2018 (fonte specialistica)

[^9]: Giuseppe Cornelli, “Italo Pacchioni, genio (quasi) dimenticato“, Piemontemese, 31 gennaio 2017 (fonte specialistica)

[^10]: Who’s Who of Victorian Cinema, “Italo Pacchioni(fonte specialistica autorevole)

[^11]: Wikipedia EN, “Cinema of Italy(fonte di riferimento generale)

[^12]: Wikipedia IT, “Cinema italiano(fonte di riferimento generale)

[^13]: Wikipedia IT, “Alexandre Promio(fonte di riferimento generale)

[^14]: Moviegoings, “Film History Essentials: Panorama du Grand Canal Pris d’un Bateau (1896)“, 24 febbraio 2023 (fonte specialistica)

[^15]: Sabzian, “A Travelogue, Alexandre Promio, 1925(fonte specialistica)

[^16]: IMDb, “Panorama du grand Canal pris d’un bateau (1896)” – Trivia section (fonte di riferimento)

[^17]: Catalogue Lumière (Institut Lumière), “Panorama du Grand Canal pris d’un bateau (n. 295)” – Data di ripresa: 25 ottobre 1896, prima proiezione: 13 dicembre 1896 (fonte primaria ufficiale)

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